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Intervista a Andy Pozzobon e Simone Colpo

Redazione Occhi
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30 aprile 2024
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Intervista a Andy Pozzobon e Simone Colpo

Intervista a cura di Anna Zaccaria

Andrea Pozzobon e Simone Colpo sono due bassanesi e sono due fra i fotografi ufficiali al seguito del Giro d’Italia. In occasione della tappa decisiva di sabato 25 maggio che vedrà Bassano del Grappa città di arrivo abbiamo voluto incontrarli per farci raccontare del loro incredibile lavoro. A loro va un grazie speciale per le foto delle copertine di OCCHI dedicate al Giro d’Italia

Cominciamo subito dal nome artistico POCI’S perché?

Il nome è dato dall’unione delle iniziali di due cognomi: uno era il mio “Pozzobon” e l’altro era quello di un socio con il quale sono partito tanti anni fa. In più mi piaceva l’idea di essere un po’ ironico e di non prendermi sul serio e sappiamo bene che in veneto con il termine “poci” indichiamo qualcosa che non è venuto proprio bene…
Io amo l’ironia

Come è nata la passione per la fotografia

[Andrea] Ho studiato legge, ho fatto il praticantato e l’esame di stato ma non riuscivo proprio a vedermi avvocato. IO sono un autodidatta della fotografia, fin da piccolo mi piaceva dilettarmi con la macchina reflex regalatami dalla mia famiglia. Mentre studiavo per arrotondare ho cominciato a fare dei servizi fotografici e sentivo molto forte la passione per questo lavoro.

I primi servizi fotografici sono legati al mondo delle corse nei rally poi mi sono dedicato al ciclismo perchè il nostro territorio soprattutto in quegli anni era pieno di aziende legate a questo mondo.

Di strada negli anni ne abbiamo fatta molta e ad oggi gran parte del nostro lavoro è dedicato alle aziende del ciclismo.

[Simone] Anche per me la fotografia è stata prima di tutto passione e poi lavoro. Mi piaceva molto fare foto durante i Rally e proprio per uno di questi nel 2007 ho conosciuto Andrea.

Le mie foto piacevano e ho cominciato delle collaborazioni con aziende importanti. Un giorno Andy mi ha chiamato perchè aveva bisogno di aiuto per un servizio sul ciclismo, non l’avevo mai fatto ma mi sono fidato di Andrea e di me stesso e ne sono felice.

Non potevo più pensare di tenere la fotografia come un secondo lavoro, mi sono licenziato dal vecchio lavoro 3 giorni dopo la nascita di mia figlia: era arrivato il tempo di dedicarmi alla fotografia da professionista.

Cosa vi affascina di più del Ciclismo?

Nel ciclismo lo sforzo fisico è molto evidente, i protagonisti si trasformano nella fisionomia mentre stanno gareggiando. A noi piace trovare la modalità migliore per cogliere questo sforzo, con inquadrature nuove, originali, mai scontate.

Proprio nell’ultima Parigi Roubaix, abbiamo creato uno scatto nuovo: la nostra foto riesce a cogliere il vincitore all’ingresso del velodromo con la bici inclinata e con il muro di fotografi davanti … possiamo solo immaginare la sua emozione nell’essere l’unico a vincere la sua seconda Parigi Roubaix in due anni consecutivi con la maglia del campione del mondo … Ecco, questo è creare una foto nuova, questo è il ciclismo che ci piace cogliere.

Mi state dicendo che riuscite a progettare le foto prima di farle…

Sì, noi studiamo il percorso, troviamo la sistemazione opportuna per scattare in un determinato modo con una determinata inquadratura, sapendo già come elaborare le foto in post produzione.

La foto prima viene concepita nella nostra mente poi cerchiamo di realizzarla... poi però ci sono 1000 variabili che dobbiamo valutare e che potrebbero far fallire il progetto pensato.

In tanti pensano al fotografo del ciclismo come al fotografo dentro la corsa che fa cronaca ossia racconta per immagini quello che sta vedendo, noi cerchiamo di andare oltre, portando la nostra visione e raccontando le emozioni alla base di questo sport.

La nostra idea di fotografia di ciclismo è quella di essere un occhio privilegiato per l’appassionato perché anche noi siamo dei grandi appassionati di ciclismo.

Immagino che le vostre foto siano commissionate da aziende legate al ciclismo.

Si, negli ultimi anni abbiamo visto una trasformazione del settore, le testate giornalistiche non riconoscono alla nostra professione il valore che ha.

Il nostro è invece un lavoro di reportage artigianale. Per ognuno dei brand che seguiamo studiamo le modalità migliori per esaltare il ciclista o l’accessorio, sia esso il casco, la maglia, la scarpa o un componente della bici.

A questo lavoro fatto su strada durante le grandi classiche, il Giro o il Tour, aggiungiamo tutti gli shooting per gli accessori e i vari materiali. Le aziende ci presentano la loro idea di comunicazione e noi cerchiamo con il nostro lavoro di rendere visivo l’idea dell’azienda sia durante la competizione sia nello shooting posato in studio.

Immagino non sia sempre facile..

… per nulla! Nell’ultima Milano Sanremo alla partenza c’erano 210 corridori, noi ne dovevamo seguire uno.. Questi ciclisti passano sempre più veloci, arrivano a sfrecciare a 60 km l’ora e noi dobbiamo centrare con l’obiettivo uno di questi che non era leader di gara … a volte è veramente stressante!!

Cos’è la fotografia per voi?

[Andrea] È la cosa più naturale che ho, riesco a comunicare meglio con una foto che con il linguaggio. Con la fotografia riesco ad esprimere le mie emozioni.

[Simone] È il piacere di mostrare agli altri quello che io riesco a vedere, è il mezzo con il quale racconto il mio mondo e ciò che mi piace.

Cosa amate e cosa odiate del vostro lavoro?

[Andrea] Amo la sua dinamicità, la possibilità di viaggiare molto e di scoprire tantissimi luoghi. Di contro è che è un lavoro e deve seguire delle logiche di profitto perchè tutto sia sostenibile economicamente.

[Simone] È così anche per me… con l’aggiunta che odio il tempo … questi vanno sempre più veloce!!

Come si fa ad essere nel posto giusto al momento giusto?

Ci vuole tanta esperienza e non si smette mai di imparare. Come dicevo prima noi studiamo il percorso e definiamo i punti dove vogliamo cogliere i ciclisti, è un programma che cerchiamo di rispettare ma non è detto che si riesca. Durante le gare cerchiamo di intercettare i ciclisti seguendo percorsi alternativi in macchina, Andy è l’autista io il navigatore… a volte basta un semaforo rosso per rovinare tutto… Se parte una fuga in testa tutti i piani definiti possono saltare. Nel nostro lavoro ci vuole strategia ma anche capacità di cogliere l’attimo e gestire gli imprevisti.

…Mi viene l’ansia per voi…

Si, davvero … oggi per fortuna abbiamo i navigatori che ci aiutano a conoscere con precisione la posizione dei ciclisti … immagina fare questo solo alcuni anni fa senza questa tecnologia … da impazzire

Che consiglio dareste a voi stessi 18 enni?

[Andrea] PIù che un consiglio darei un compito per le vacanze, lo stesso che mi diede la mia maestra alle elementari: “osservate tutto quello che vi circonda e chiedetevi il perché?” Questo compito per le vacanze mi ha aiutato molto e ha stimolato la mia sensibilità, spirito di osservazione e curiosità.

E cosa direste ad un ragazzo che volesse fare il vostro mestiere?

Come prima cosa bisogna sapere bene l’inglese. Quando abbiamo iniziato noi, il bassanese era pieno di aziende del settore, ora molte di queste aziende sono passate a gruppi stranieri, quasi tutti anglosassoni.

Cosa vi emoziona di più mentre fotografate?

Il ciclismo è uno sport bellissimo ed essere dentro durante le competizioni è indescrivibile. Quando sei a terra pronto per scattare e vedi il gruppo che si avvicina, senti il pavimento tremare, vedi quanto faticano, quanto spingono sui pedali … non avete idea di come il cuore batta forte. È un peccato non poter fotografare il rumore, perchè è un rumore unico che ti resta in testa anche alla sera quando vai a letto, senti il vento, le urla della gente, il pavé che trema…

A che punto è secondo voi la tecnologia con le macchine fotografiche?
Meglio Nikon o Canon?

Nikon e Canon sono molto affini, uno di noi preferisce Canon l’altro NIkon, e la tecnologia secondo noi è arrivata al top. Noi usiamo reflex e le nostre macchine fotografiche sono diventate parti integrali del nostro corpo e della nostra mente. Simone è quello più tecnico, le sue dita si muovono in autonomia nei settaggi di esposizione, non deve neanche rifletterci.

Qual’è il vostro punto di forza

La nostra più grande fortuna è di essere amici, di andare d’accordo e di divertirci molto mentre lavoriamo. Non seguiamo la moda, ma abbiamo un nostro stile che si sviluppa e si arricchisce negli anni.

Cosa pensate dell’AI (Intelligenza artificiale) nella fotografia?

[Andrea] La sto testando da un anno e mezzo, sicuramente si sta sviluppando ma è ancora distante dalla realtà, è ancora molto grafica.

La sto usando come aiuto quando devo presentare uno story board o un mockup per un servizio fotografico particolare ad un cliente, mi serve per presentare la nostra idea.

E lavorate molto di post produzione?

In generale si, ma non la intendiamo come ritocco. La post produzione fa parte della foto già nella fase progettuale perché deve esaltare lo scatto. Il nostro è veramente un lavoro in cui preparazione tecnica, passione, sensibilità ed esperienza si fondono insieme.

Andrea e Simone sono un fiume in piena, la cosa che colpisce tanto è l’estrema sensibilità che mostrano quando parlano del loro lavoro. Le loro foto raccontano storie di uomini, storie di vittorie, di sconfitte, di dolore e fatica, ed in un mondo dove tutto sembra artefatto non possiamo che ringraziarli per le emozioni vere che ci fanno provare con i loro scatti.

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